LA DEPRESSIONE NEGLI ADOLESCENTI
In questo articolo si vuole fornire alcune riflessioni introduttive sulla depressione negli adolescenti.
In particolare i segni per individuarla nella preadolescenza e nell’ adolescenza, tenendo presente che l’adolescente tende ad agire la propria tristezza.
Vengono individuate le cause della depressione negli adolescenti e in particolare la tendenza dell’ adolescente a separarsi dalla famiglia.
Il paragrafo successivo descrive lo sviluppo del cervello;
nell’ adolescenza si sviluppano prima le parti emotive-affettive e successivamente quelle cognitive che permettono l’analisi del piano di realtà e la pianificazione dell’ azione;
questo aspetto è importante per comprendere quale richieste fare agli adolescenti e quali supporti fornire per le loro scelte.
Risulta importante anche saper distinguere la crisi adolescenziale e la depressione negli adolescenti.
Da ultimo saranno forniti alcuni suggerimenti su come aiutare chi si trova in contatto con la depressione negli adolescenti;
rispetto alle relazioni d’aiuto che una persona significativa con l’adolescente può mettere in atto; rispetto alla famiglia e al possibile incontro con uno psicologo.
LA DEPRESSIONE NEGLI ADOLESCENTI
COME SI MANIFESTA
Le manifestazioni della depressione negli adolescenti fa riferimenti a una costellazione di segni effettivi, cognitivi comportamentali e corporei;
Queste manifestazioni possono essere la tristezza, la stanchezza, il pianto, la caduta di concentrazione, l’indecisione, il pessimismo, l’autosvalutazione e i disturbi alimentari;
Si aggiungono poi le manifestazioni ansiose, i disturbi somatici, i comportamenti aggressivi e oppositivi, l’essere ingestibile, l’uso di sostanze e il fallimento scolastico.
Bisogna tenere particolarmente presente che spesso l’irritabilità più che la tristezza è il tratto più evidente della depressione negli adolescenti.
È necessario ricordare che nell’adolescenza gli stati emotivi hanno una particolare intensità e nello stesso tempo la capacità di differenziarle è scarsa;
La capacità di contestualizzazione e pianificazione delle scelte è in evoluzione nell’adolescente;
Queste caratteristiche nell’adolescente con depressione possono indurre a vivere gli stati emotivi in modo assoluto e drammatico e ad agire impulsivamente.
POSSIBILI SINTOMI DEPRESSIVI NEGLI ADOLESCENTI
TRA I 12 E 18 ANNI
La tristezza e l’irritabilità
L’incapacità di provare piacere
sentimenti d’inferiorità
Passività sia motore che ideativa
Preoccupazioni per l’aspetto fisico
Isolamento sociale
Dubbi somatici come dolori diffusi disturbi neurovegetativi.
Stanchezza e perdita di energia
Reazione e passaggi all’ atto come la fuga da casa o da scuola.
Comportamenti antisociali
Abuso di alcol e droghe
Pensieri di morte o idee di suicidio
Sintomi psicotici come i deliri e le allucinazioni.
LE CAUSE DELLA DEPRESSIONE NEGLI ADOLESCENTI
COMPRENDERE COM’ E’ L’ADOLESCENZA
PER CAPIRE COSA NON HA FUNZIONATO
L’adolescenza è un’epoca di transizione dall’infanzia all’età adulta;
Essa è caratterizzata dalla perdita dell’identità infantile e dallo sviluppo dell’autonomia attraverso la differenziazione dalle figure genitoriali; c’è l’emergere di una personalità propria.
Una caratteristica importante è la sperimentazione che l’adolescente fa delle relazioni e del mondo.
In essa vi è anche lo sviluppo psicosessuale con la completa e progressiva maturazione dell’apparato riproduttivo.
Queste caratteristiche rendono l’adolescenza, un’età di crisi evolutiva;
L’adolescenza è un momento fisiologico di passaggio nel corso del quale questi delicati processi possono generare disagio producendo un arresto;
Ciò accade alla presenza di alcuni elementi di vulnerabilità, che possono rendere il conseguimento dell’età adulta incerto e minaccioso.
A volte l’abbandono dell’età infantile può essere complesso e conflittuale caratterizzato da timori a volte consapevoli.
SEPARAZIONE DALLA FAMIGLIA D’ORIGINE
Le difficoltà del processo di separazione e svincolo dalle figure genitoriali sono sempre presenti nella depressione degli adolescenti.
A questo si aggiunge una scarsa tendenza a esplorare, a socializzare;
a fare esperienze al di fuori della famiglia, poiché il mondo esterno è fonte di disagio e timore.
Può nascere un disagio, o anche una depressione negli adolescenti, ogni volta che c’è una precoce o fittizia autonomia dalla famiglia di origine;
quando per esempio è fondata su un forte conflitto sottostante.
ALTRE CAUSE
Presenze di depressione nella famiglia di origine: un genitore
Rappresentazioni negative di sé e degli altri,
Autocritica eccessiva e senso d’inadeguatezza,
Sentimenti di eccessiva dipendenza dagli altri
Sono elementi spesso presenti nella depressione adolescenziale.
SEGNI DA NON TRASCURARE
Si può manifestare in concomitanza alla depressione negli adolescenti i disturbi d’ansia, comportamenti irrequieti o antisociale, fobie sociali o fobie specifiche.
Rappresentano differenti manifestazioni del medesimo disagio.
Anche il calo del rendimento scolastico, unito a una facile distraibilità può rivelare un inizio di depressione negli adolescenti.
Inoltre l’irrequietezza motoria e scarsi rapporti con i coetanei o il ritiro sociale sono segnali specifici di sofferenza dell’adolescente;
Sono tutti segnali da non trascurare e messaggi lanciati da ragazzi sofferenti;
Essi vanno raccolti, per comprendere meglio la difficoltà legata ai difficili compiti evolutivi.
LO SVILUPPO DEL CERVELLO
I ragazzi sono predisposti a esperire le emozioni in modo particolarmente intenso per le caratteristiche del loro sistema nervoso ancora in fase di maturazione;
Il cervello adolescenziale è in fase di piena maturazione, ma è sbilanciato:
La sede dell’emotività giunge a piena maturazione prima delle aree cognitive, deputate all’analisi della situazione e alla pianificazione delle emozioni;
Queste ultime garantiscono la regolazione degli affetti, proprio attraverso una corretta lettura della situazione in cui si manifesta l’emozione;
Inoltre anche con la conseguente programmazione di un comportamento in base al confronto con esperienze passate e previsioni delle conseguenze.
Il cervello dell’adolescente non è fisiologicamente maturo per fare simili e complesse valutazioni.
Da questo deriva l’impulsività tipica dell’ adolescente e della depressione negli adolescenti.
L’ mpulsività è caratterizzata dalla difficoltà a valutare le conseguenze di un’azione potenzialmente dannosa.
Inoltre il cervello sopravvaluta sia il piacere, sia il dolore e non è in grado di proiettarsi nel futuro.
DI CONSEGUENZA:
Nella depressione degli adolescenti domina la tristezza, ma più spesso la rabbia, il pessimismo e i sensi di colpa.
Questi sentimenti in un adolescente depresso non possono essere contrastati da una controparte a livello mentale.
Una controparte in grado di dar loro la giusta cornice e di ridimensionare alcuni eventi e stati d’animo.
Una mente in grado di prospettare una soluzione.
Per un adolescente depresso la bocciatura può essere un evento di spaventosa drammaticità, proprio perché è vissuto come la fine del mondo.
COME DISTINGUERE LA CRISI ADOLESCENZIALE
DALLA DEPRESSIONE NEGLI ADOLESCENTI
Esiste una “sensibilità depressiva” che riguarda ampie fasce di adolescenti senza costituire in alcun modo un elemento patologico.
SENSIBILITA’ DEPRESSIVA
Questi adolescenti a volte trascorrono ore in uno stato d’animo simile alla noia o alla tristezza;
nello stesso tempo sono capaci di provare passioni violente.
Queste manifestazioni sono abbastanza consuete nell’età adolescenziale.
EQUIVALENTI DEPRESSIVI
Sono equivalenti depressivi invece la disobbedienza, la stanchezza, la svogliatezza, l’ipocondria;
possono rappresentare segnali di depressione.
Una certa quota di aspetti depressivi è comune nell’adolescenza;
Il problema è quando questi aspetti depressivi diventano troppo pervasivi e bloccano il ragazzo e la ragazza nel loro sviluppo di crescita.
Il genitore deve saper osservare e cogliere questi segni;
quando questi segni prendono il sopravvento, allora il genitore deve intervenire in modo più incisivo.
Se un ragazzo sta tutto il giorno nella sua stanza o passa tutto il suo tempo su internet e smette di interagire con amici, con gruppo dei pari, con la famiglia;
se smette di prendersi cura di sé o si rifiuta di mangiare, allora bisogna intervenire.
RICONOSCERE I MOVIMENTI DI AUTONOMIA
Il genitore deve saper distinguere i movimenti di autonomia da altri depressivi.
Non è facile farlo.
A volte gli adolescenti si muovono in modo tale che sembrano depressi, mentre poi vogliono svincolarsi dall’amore familiare;
come nel caso dell’igiene personale. Quando l’adolescente si lava meno, può essere un modo per autodeterminarsi e prendere possesso del proprio corpo.
Come se gli adolescenti dicessero “sono io a decidere per me stesso: quando e quanto lavarmi”.
Infatti, nella prima adolescenza i maschi tendono a lavarsi di meno, non perché sono depressi ma per sganciarsi dalle cure materne.
LA DEPRESSIONE NEGLI ADOLESCENT: COME AIUTARE
L’ascolto ha una funzione preventiva e curativa rispetto alla depressione in adolescenza.
L’ADOLESCENTE DEPRESSO VA PIU’ASCOLTATO CHE CAPITO
Galimberti dice che è necessario ascoltare i preadolescenti dagli 11 ai 13 anni per avere un canale di comunicazione nell’adolescenza.
Altrimenti la comunicazione si limiterà al concordare a che ora si torna a casa la sera e cosa deve studiare per la scuola.
Saper prestare ascolto è l’inizio di una relazione d’aiuto.
E’importante la sensibilità dei genitori, o almeno di uno dei due genitori;
l’ascolto per osservare il ragazzo nei suoi diversi aspetti e per capire se è in una fase di blocco e di stallo.
Ascoltare per capire se l’adolescente prova sentimenti di abbandono, di perdita o di sconfitta;
capire se fatica a relazionarsi con i suoi pari e se si sente uguale agli altri.
DEPRESSIONE NEGLI ADOLESCENZA: LA CURA
Gli interventi possono essere di due tipi: attraverso una relazione d’aiuto e l’intervento psicologico.
LA RELAZIONE D’AIUTO
Una relazione d’aiuto può essere anche sorprendente breve per essere efficace.
Per relazione d’aiuto s’intende quel particolare rapporto tra due persone dove uno chiede aiuto e l’altro è disponibile a fornirlo.
Può fornire relazioni d’aiuto l’incontro con il medico di famiglia, con il pediatra, con l’insegnante, un allenatore, un animatore.
Sono incontri che rappresentano importanti occasioni in cui l’adolescente può porre una domanda di aiuto.
In questi incontri è possibile scoprire le risorse e le potenzialità per la crescita, a cui si affianca poi la relazione specialistica con uno psicologo o terapeutica.
Può essere utile rispecchiare le risorse che possono aiutare l’adolescente a superare il momento difficile;
è importante vedere se l’adolescente riesce a individuare queste risorse;
è importante aiutare l’adolescente nella capacità di saper riconoscere possibili strumenti intorno a sé, perché le risorse hanno ordini diversi di tipologia.
La relazione d’aiuto è fare con l’adolescente un percorso che lo aiuti a individuare le risorse interne ed esterne a sé.
Proprio quelle che l’adolescente è in grado, o pensa di essere in grado di utilizzare.
Se l’adolescente rifiuta una tale riflessione o sembra irremovibile sulle possibilità di individuare queste risorse, allora il genitore deve riflettere se rivolgersi a una psicologa.
I genitori possono iniziare un percorso psicologico che li sostenga e che li aiuti a riflettere sul proprio figlio e sul come aiutarlo;
il genitore per primo deve saper individuare le risorse del figlio.
Se ciò non accade questo è un obiettivo del lavoro psicologico con il terapeuta.
L’INTERVENTO PSICOLOGICO
LA VALUTAZIONE
L’intervento psicologico si caratterizza per uno più colloquio con l’adolescente, uno o più colloqui con i genitori, congiunto o separatamente con l’adolescente;
eventuali somministrazioni di reattivi mentali, che sono test o scale psicodiagnostiche;
infine la restituzione della valutazione.
LE CARATTERISTICHE DELL’ INTERVENTO
È necessario il riconoscimento precoce di aspetti depressivi, per prevenire la formazione del nucleo su quale adolescente costruisce la propria personalità.
Può essere opportuno un percorso terapeutico ma per un adolescente con depressione può essere un argomento piuttosto delicato.
L’adolescente potrebbe rifiutare la proposta di un percorso terapeutico.
Per proporre una terapia a un ragazzo è necessario essere cauti e rispettosi delle difficoltà e della dignità del ragazzo;
egli potrebbe vivere molto male o non accettare l’idea di avere un problema psicologico.
È consigliabile un lavoro precedente o comunque parallelo che includa i genitori dell’adolescente;
la finalità è agire sulle dinamiche comunicative o disfunzionali spesso presenti.
Queste dinamiche possono avere un ruolo nella genesi dei problemi depressivi.
Inoltre i genitori, se ben orientati, possono dare un contributo notevole nella cura della depressione degli adolescenti, propri figli.
Lo spazio terapeutico renderà possibile la rielaborazione della visione negativa di sé e la costruzione di strategie più utili per affrontare la realtà.
Nelle situazioni meno gravi è consigliabile un lavoro con la famiglia o la partecipazione dell’adolescente a gruppi di aiuto, particolarmente utili per l’adolescenza per il naturale stimolo a stare insieme;
Risultano utili le terapie psicologiche individuali, in particolare terapie brevi a orientamento psicoanalitico;
perché dobbiamo ricordare che l’adolescente ha paura della dipendenza affettiva da un’altra persona;
solo in particolari situazioni l’adolescente è disponibile da subito a una psicoterapia lunga.
L’ATTEGGIAMENTO DEI GENITORI
Bisogna aprire o riaprire i canali di comunicazione con il figlio adolescente che soffre di depressione.
E’ importante che il genitore non attivi interventi radicali, arrabbiandosi con proprio figlio;
Sono gli adolescenti che devono decidere di fare qualcosa per stare meglio;
i genitori non hanno più lo stesso potere che avevano quando erano bambini;
quello che possono fare è, con delicatezza e tenerezza, parlare con loro.
L’adolescente sente l’autenticità del suo interlocutore, che sia un genitore o un insegnante o un educatore.
Può essere utile dire all’adolescente che ci si sente preoccupati per ciò che si è osservato.
Il genitore deve stare attento a non caricare di ansia proprio figlio;
tante volte queste ansie sono lo specchio di sensi di colpa.
Inconsciamente il genitore vorrebbe essere meno ansioso, non esclusivamente per il bene del figlio, e questo l’adolescente potrebbe intuirlo o avvertirlo.
È importante mettere al centro la sofferenza dell’adolescente.
Solo allora, quando l’adolescente non riesce ad aprirsi, è consigliabile rivolgersi a un terapeuta in modo da provare a dare un significato a questa incapacità a esprimersi.