TERAPIA DINAMICA INTERPERSONALE BREVE
DIT
Presso il mio studio di psicologa a Novara è possibile usufruire della DIT, che è una terapia breve strutturata e scientifica costituita da un percorso di 16 sedute per disturbi d’ansia e depressivi.
La terapia breve interpersonale e dinamica è stata messa appunto da Fonagy, Targhet e Lemma e dopo la loro sperimentazione è stato adottata dal Servizio Sanitario Pubblico Britannico. Gli autori hanno voluto attingere da teorie psicodinamiche che hanno avuto evidenze scientifiche per unificarle in un modello unitario e tecnico di terapia breve.
Compongono la Teoria Dinamica Interpersonale Breve (DIT): la teoria dell’attaccamento, la teoria della psicoanalisi interpersonale, la teoria delle relazioni oggettuali e la teoria della mentalizzazione.
LAVORARE ATTRAVERSO IL TRANSFERT
La DIT è la capacità di pensare analiticamente; significa che la DIT, come terapia breve, non è psicoanalisi, ma usa i concetti psicoanalitici: l’inconscio psicoanalitico e i movimenti controtransferali.
Per attitudine analitica nella DIT ci si riferisce al lavorare psicologicamente attraverso il transfert; il transfert è il meccanismo mentale per il quale l’individuo tende a spostare schemi di sentimenti, emozioni e pensieri da una relazione significativa passata a una relazione interpersonale attuale; tale processo è largamente inconscio.
Si usa il transfert ma raramente lo si interpreta perché l’elaborazione del transfert richiede tempo e in 16 sedute è difficile fare un’elaborazione adeguata del transfert. Quindi uno degli elementi cardini della terapia breve è il transfert, ma non si usa l’interpretazione di transfert. Viene fatto riferimento a quello che succede nel qui e ora della seduta, (differenza importante tra usare e interpretare il transfert).
COME LAVORA LA DIT
Quando lavoro con la DIT, lavoro per obiettivi; significa che è presente una strutturazione della terapia breve per arrivare a risultati in breve termine. Focus affettivo Interpersonale della terapia breve è ciò su cui ci si focalizza nelle prime quattro sedute.
Il Focus Affettivo Interpersonale è l’esplorazione nel presente delle relazioni interne ed esterne al soggetto che egli ha interiorizzato e che poi ritrova nelle diverse interazioni con altre persone.
L'obiettivo del lavoro psicologico è aiutare la persona a individuare un pattern relazionale inconscio ripetitivo che si è generato nell’ infanzia e si ripete ancora nel presente.
Secondo Stern i bambini trasformano le interazioni precoci con le figure amate e odiate in schemi cognitivi e affettivi di sé e dell’altro, questi schemi poi regolano e dirigono il comportamento successivo e diventano rappresentazioni consce o inconsce; esse sono alla base di emozioni e pensieri delle relazioni che il soggetto ha con gli altri individui.
Queste rappresentazioni inconsce possono essere anche distorte da meccanismi di difesa e dagli impulsi, appartenenti ad aspetti genetici o esperienze molto precoci del soggetto. Esse sono mediatrici anche dell’ immagine che il soggetto ha di se stesso e del mondo e sono rappresentazioni pervasive, (sempre presenti).
Durante la terapia breve con il cliente si individua uno stato mentale che è collegato a questo schema relazionale originario. Per stati mentali si intendono bisogni, desideri, emozioni, credenze, interazioni e motivazioni psicologiche. Identificare questo pattern psicologico aiuta la persona a superare il sentimento di minaccia provato attraverso i sintomi e con la mentalizzazione è possibile spiegare sè stessi attraverso queste relazioni.
(La mentalizzazione è una forma di attività mentale immaginativa, principalmente preconscia che coglie e interpreta il comportamento umano in termini di stati mentali.)
Con il Focus viene individuato un pattern relazionale che colora quasi tutte le problematiche relazionali e psicologiche nella loro dimensione interiore ed esteriore.
Gli obiettivi della terapia breve vengono definiti con il cliente e devono avere delle implicazioni concrete.
IL SINTOMO
Presso il mio studio di psicologa a Novara durante la terapia breve DIT viene data attenzione ai sintomi perché è importante alleviarli, in quanto spesso sono vissuti come minacce, come risposte mal adattive a situazioni interpersonali.
La sicurezza è un sentimento importante nella terapia dinamica interpersonale breve (DIT). Il riferimento è a Sullivan e alla base sicura di Bolby. Il presupposto è che tutte le relazioni per contenere l’ansia e mantenere l’autostima devono avere come fondamento questo sentimento di sicurezza. La mentalizzazione è l’altro elemento forte della terapia dinamica interpersonale breve.
Il percorso DIT è un invito alla mentalizzazione verso i propri problemi relazionali, perché i sintomi minacciano la capacità di pensare sè stessi e il mondo in cui si vive. E’ terapeutica la capacità di comprendere sè stessi attraverso le relazioni e ciò comporterà l’attenuazione o la scomparsa del sintomo-problema.
LA SELEZIONE DEL PAZIENTE
La Terapia Dinamica Interpersonale Breve è adatta per persone con sintomi ansiosi e depressivi lievi e moderati. C’è un primo momento di assessment psicodinamico, relativo al funzionamento della persona, che è costituito da due colloqui. E' importante che il paziente apprenda come mentalizzare.
LA DIT CONCRETAMENTE
Percorso di terapia breve di 16 sedute
In ogni seduta, presso lo studio di psicologa a Novara, viene scandita alla persona ricordando in quale seduta del percorso si sia arrivati. Le sedute durano 45’. All’inizio del percorso verrà consegnato un calendario con tutte le date delle sedute della terapia breve per favorire la collaborazione.
I PRIMI DUE COLLOQUI
IL CONTRATTO
I PATTERNS DI ATTACCAMENTO
I QUESTIONARI
LE PRIME QUATTRO SEDUTE
- rappresentazione di sé e di come ci si vede nel mondo: per esempio deluso, arrabbiato, emarginato, insomma la sensazione prioritaria del mio stare al mondo.
- rappresentazione dell’ altro, per esempio se è contrapposta … o altro
- quale sentimento lega la rappresentazione di sé e dell’ altro
- quali configurazioni difensive di queste rappresentazioni sono collegate tra loro.